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Parigi. Cafés, amis et impressions

Sezione 1
Sezione 2
Parigi, Opéra Garnier
Edgar Degas. 1874
PLAY ME
Mio padre amava l'arte.

Già da piccolo, frequentavo, con lui, l'Opéra,
nella vecchia sede di rue Le Peletier, cuore pulsante della vita culturale e sociale parigina, almeno sino allo sfortunato incendio che la distrusse... Amavo ritrarre danzatrici e cavalli; volevo, infatti, rappresentare la luce su soggetti in movimento. L'occasione per studiare dal vivo il turbinio della danza, mi fu concessa da un amico che lavorava


al teatro dell'Opéra. Il mio interesse era legato, più che alla danza in sé, al lungo lavoro di preparazione che le ballerine e i coreografi dovevano svolgere per preparare uno spettacolo.
Per questo, mi concentrai sulla rappresentazione dei momenti di pausa, tra una lezione e l'altra, oppure sulle estenuanti prove e descrivevo i volti
stanchi delle allieve. Ero, sì, uno spettatore dell'Opéra, ma ero affascinato soprattutto dal mondo che si svolgeva dietro le quinte. Era qui che potevo osservare cosa accadeva quotidianamente. Era sempre qui, tra l'altro, che le ballerine risultavano più genuine; si sistemavano i nastri tra i capelli oppure si stiracchiavano sbadigliando. Una delle prime opere che

dedicai alle ballerine, fu La lezione di danza, dove rappresentai le ragazze, quasi annoiate, davanti all'inflessibile maestro. Impiegai ben tre anni di lavoro e dovetti realizzare tantissimi bozzetti, prima che fossi soddisfatto del risultato finale. Per me, la bellezza si trovava nei gesti spontanei, nella naturalezza delle espressioni, ma le mie opere erano tutt'altro che spontanee; vi dedicavo decine di schizzi preparatori...

Sezione 3



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