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San Pietroburgo. Principesco sogno di ghiaccio

Giardino d'Estate
Aleksandr Puškin. 1834
PLAY ME
<<Alioscia! Alioscia!>>...

La voce della mia cara Arina mi arriva mentre corro,
con la mia palla di pezza, sulla soffice erba del Giardino d'Estate, anche se, l'inondazione che subì prima della mia nascita, procurò danni notevoli alla struttura, che, a quanto detto dai miei familiari, era decisamente stupenda, paragonata a com'é oggi. A me, sembra ancora il paradiso terrestre, tanto che, nel mio romanzo preferito Evgenij Onegin,


mi piacque inserire una bella passeggiata lungo la Neva, nel Giardino, insieme al mio ragazzo, avvolto dalla noia esistenziale. Per la costruzione del Giardino d'Estate, Pietro "il Grande" si ispirò a Versailles. Si tratta di un complesso architettonico e naturalistico, situato su una piccola isola, delimitato dalla Neva e dai canali delle fontane. Classico esempio di giardino
francese, incentrato sulla simmetria, sui giochi d'acqua, costellato di laghetti artificiali, massima espressione del Barocco Russo. Le vie del parco sono costellate di arbusti finemente torniti. Mi piace ricordare una leggenda molto romantica: un lord britannico venne in visita alla città, durante le Notti Bianche. La sua nave risalì la Neva e si fermò

vicino al Giardino d'Estate. Affascinato dalla bellezza del parco, rifiutò di scendere a riva, sostenendo che sarebbe stato inutile, poiché non aveva visto niente, nella sua vita, di più bello. <<A San Pietroburgo ho visto quello che volevo: la recinzione del Giardino d'Estate durante le Notti Bianche.>>, disse. Dopodiché tornò in Inghilterra, sazio di tale bellezza.

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