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Parigi. Cafés, amis et impressions

Parigi, Musée Marmottan
Paul Gauguin. 1875
PLAY ME
Un giorno, divenni amico di Pissarro.

Grazie a lui, mi avvicinai al gruppo degli Impressionisti
e partecipai a numerose mostre del loro gruppo. La mia formazione artistica, che consideravo fino ad allora, la pittura come un piacevole svago, divenne, ben presto, attività vitale, cresciuta all'interno dell'esperienza impressionista. Nei miei esordi, infatti, realizzai opere che mi venivano suggerite dall'osservazione quotidiana della vita


che si svolgeva intorno a me, in ambito familiare o anche nelle campagne fuori Parigi, nutrendo una fiducia tutta impressionistica sulla concreta validità dell'esperienza visiva, da condurre rigorosamente en plein air. Apprezzavo gli Impressionisti anche perché, nel segno di un rifiuto definitivo dei canoni estetici ottocenteschi,
si erano svincolati con successo dagli squallidi freni imposti dall'insegnamento accademico: <<L'Impressionismo è puro, non ancora contaminato dal putrido bacio dell'École des Beaux-Arts!>>, ripetevo ai miei amici. Spinto dall'opera di Degas, in seguito, dipinsi anche figure solide ed equilibrate, prensili di una luce che non ne dissolveva le forme, ma che, invece,

le modellava e le evidenziava con realismo e vivacità, e che, pertanto, aderiva spontaneamente ai canoni del Naturalismo. Il Museo Marmottan sarebbe divenuta la casa di diverse mie opere, anche se accoglie, nelle sue sale, molti capolavori dei maggiori esponenti impressionisti.

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