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Gerusalemme. Popoli uniti nella preghiera

Monte degli Ulivi
Salomone. 930 a.C.
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Ormai ero anziano, io, terzo re d'Israele,

quando, inebriato dal fascino delle mie numerose mogli,
iniziai ad interessarmi del culto di divinità straniere. Per assecondare i gusti delle mie donne, feci costruire, sul Monte degli Ulivi, a sud-est di Gerusalemme, degli alti idoli per venerare le nuove religioni. Purtroppo, re Giosia, diciassettesimo re di Giuda, li fece distruggere tutti, sostenendo che fossi un idolatra... Da sempre, il monte è ricco di ulivi,


col cui olio si sono sempre unti re e sommi sacerdoti. Il luogo è, però, simbolico, soprattutto per la religione ebraica; mio padre, il Re Davide, ad esempio, lo scalò per sfuggire al figlio Assalonne, che congiurava contro di lui. Nel periodo del Secondo Tempio, i falò accesi sulla sommità del monte, annunciavano, agli Ebrei della diaspora,
la luna nuova del capodanno religioso; una staffetta di luci accese sulle alture diffondeva l'annuncio fino a Babilonia. Secondo le dichiarazioni dei profeti, il monte sarà il luogo prescelto da Dio per il giorno del Giudizio e la risurrezione degli uomini retti,

quando tutte le nazioni saranno fatte scendere nella Valle di Giòsafat e quando il Signore poserà i suoi piedi spaccando il monte in due. Da qui, la decisa vocazione funeraria del monte.

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